Cosa sono i PCTO?
Al giorno d’oggi il mondo dell’istruzione punta sempre di più ad avvicinare i giovani studenti al mondo del lavoro, offrendo loro la possibilità di applicare sul campo le competenze acquisite durante le lezioni e, al tempo stesso, di sfruttare le esperienze lavorative valorizzandole in classe. Per questo motivo sono stati introdotti i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), ovvero esperienze formative obbligatorie da effettuare negli ultimi tre anni di scuola superiore che consentono di orientare gli studenti verso una carriera lavorativa coerente con il proprio percorso di studi.
A cosa servono i PCTO e cosa significa questa sigla?
Come abbiamo accennato, l’acronimo PCTO sta per “Percorsi per lo sviluppo delle Competenze Trasversali e per l’Orientamento”, precedentemente conosciuti con il nome di alternanza scuola-lavoro. Si tratta di progetti curriculari obbligatori per tutti gli studenti dell’ultimo triennio di qualsiasi tipologia di istituto superiore che permettono loro di muovere i primi passi nel mondo del lavoro, apprendendo nuove conoscenze e competenze per avere successo in futuro. Tali percorsi trasversali, consistono in un periodo di formazione teorica in classe e un periodo di formazione pratica presso un’azienda o un ente pubblico o privato.
I PCTO mirano, dunque, a guidare e supportare gli studenti nella scelta del loro percorso di studio universitario e della professione. Al termine del percorso, l’alunno maturerà una capacità di lavorare in gruppo in maniera costruttiva, di saper comunicare con gli altri in ogni situazione, di valorizzare e trasmettere con efficacia le proprie idee.
Come funzionano i PCTO?
Durante tutta la sua esperienza di alternanza, lo studente è affiancato da un tutor scolastico, il cui compito è quello di assistere il ragazzo o la ragazza e verificare che svolga il suo percorso in maniera corretta. Per prima cosa, lo studente e il professore si incontrano e, dopo aver individuato le competenze e le abilità dell’alunno, insieme scelgono l’azienda o la struttura ospitante. Lo studente inizia un periodo di preparazione per affrontare al meglio l’alternanza scuola-lavoro, dopodiché incontra la struttura ospitante. Conosce il tutor esterno, ossia la persona che lavora nell’azienda e che assisterà l’alunno durante il suo percorso; poi, visita l’ente, l’azienda o l’istituzione che ha scelto.
Prima di iniziare il progetto, ciascuno studente deve firmare il cosiddetto patto formativo, un documento con cui promette di rispettare le norme di comportamento, le norme antinfortunistiche e quelle in materia di privacy e di sicurezza sul lavoro. L’istituzione scolastica prevede anche un corso di formazione sui rischi per la salute e per la sicurezza sul posto di lavoro. Nel corso dell’alternanza lo studente si tiene in contatto col tutor scolastico e col tutor della struttura ospitante, documentando le proprie attività sul libretto fornitogli dalla scuola. Terminato il progetto, la struttura ospitante e la scuola valuteranno l’alunno e gli forniranno un documento che certifica i livelli di apprendimento raggiunti rispetto a quelli indicati nel piano formativo. Infine, allo studente sarà chiesto di valutare la sua esperienza compilando un apposito modulo.
Quanto durano i PCTO e quando si svolgono?
La durata dei PCTO dipende dalla tipologia di scuola superiore frequentata dallo studente: gli istituti professionali prevedono 210 ore, gli istituti tecnici prevedono 150 ore e 90 ore per i licei. I percorsi trasversali possono essere svolti dagli studenti durante l’anno scolastico, nell’orario di lezioni o durante le ore pomeridiane, oppure nei periodi di vacanza. Spesso e volentieri i ragazzi scelgono il pomeriggio o i giorni in cui non ci sono le lezioni per potersi dedicare a 360° alla formazione extra-scolastica, evitando così di sovraccaricarsi con lo studio.
I PCTO servono ad aumentare la media (e di conseguenza i crediti scolastici)?
Certo che si! I PCTO infatti contribuiscono al pari di un’attività scolastica o extrascolastica a definire i crediti scolastici formativi dell’alunno, in quanto concorrono alla valutazione delle discipline cui afferiscono. Per questo motivo, una parte del colloquio orale della maturità (di solito dai dieci ai quindici minuti), è dedicato al PCTO, in cui conviene che il maturando, in accordo con i propri docenti, prepari per il colloquio orale o una breve relazione o un power point sulle attività di PCTO svolte nel triennio, evidenziando non solo da quando a quando è durato il progetto e su cosa sia stato svolto, ma anche parlare di quale esperienza di PCTO sia stata maggiormente coinvolgente per il candidato e perché.
Che ruolo hanno quindi i PCTO internamente all’esame di maturità?
Le competenze e le conoscenze acquisite durante i PCTO costituiscono parte del colloquio orale anche per la maturità 2024, ma non costituiscono un requisito di ammissione necessario. Infatti, anche se lo studente non svolge interamente il monte ore previsto, sarà comunque ammesso alla prova finale, anche se potrebbe essere penalizzato nel punteggio finale.
Come già avvenuto negli scorsi anni, i PCTO rappresenteranno anche quest’anno una delle parti d’esame del colloquio orale, per far sì che l’esperienza formativa sia valutata e valorizzata non solo dalla commissione ma anche dallo studente stesso.
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